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J-TACTICS (S06 E32)

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Ultima puntata della sesta stagione di J-TACTICS podcast.
Bilancio sulla stagione 23/24 della Juventus, le previsioni fatte dai membri della redazione sulla classifica finale, ed infine i doverosi saluti al nostro amato pubblico e un arrivederci (si spera) a dopo l'estate.
Di seguito le pagelle del nostro Marco Viscomi.
Buon ascolto!
Juventus voto 6
Torniamo in Champions’, e a dirla tutta c’eravamo qualificati anche l’anno scorso… vinciamo una Coppa Italia dopo tre anni di zeru tituli, lanciamo qualche giovane promessa. Niente più, una stagione sufficiente, dalle due facce, che lascia l’amaro in bocca per un girone di ritorno da 4, a fronte di un’andata da 8, che irrimediabilmente pesa sul bilancio stagionale. Il finale di Allegri è stato scritto poi dal peggior sceneggiatore: si poteva chiudere in altro modo. Quello che è chiaro a molti, con buona pace degli allegriani e di alcuni amici giornalisti dello Stregone, è che si doveva chiudere e voltare pagina. Finalmente abbiamo una società, dirigenti che scelgono, sviluppano idee. Si apre il ciclo Giuntoli: la prossima sarà la stagione delle scelte, della svolta, dell’addio alle zuppe bagnate e alle minestre riscaldate, del superamento di quel calcio ormai anacronistico deplorato da tanti, di un mercato che, a partire da Thiago Motta, porterà volti nuovi in panchina, in campo e in dirigenza. Non è più il tempo dell’immobilismo.
È il momento delle idee, è il momento di perseguirle, è il momento di crescere. L’anno prossimo la Juventus dovrà puntare allo scudetto. Lo deve fare sempre. Lo impone la storia, lo impone la nostra tifoseria. Poteva andare meglio, ma per essere stato l’anno zero va bene così.
Il migliore: Vlahovic, 8
Szczesny e Bremer avrebbero meritato la palma del migliore, ma quello che è cresciuto di più, che si è preso maggiormente le responsabilità, che ci ha fatto vincere l’unico trofeo e che ha portato più punti è stato il serbo. Vlahovic è diventato un vero numero 9: protegge finalmente palla, emblematico in tal senso il gol con l’Atalanta a Roma, fa salire la squadra, dialoga con i compagni, segna in tutte le maniere. Gli unici difetti che ancora restano sono l’incostanza e il suo nervosismo in campo, questo invece costante. Ma sta migliorando anche caratterialmente.
Chiude la stagione con 18 gol complessivi, secondo in classifica marcatori alle spalle di Lautaro Martinez, risolve una finale. Bomber da cui ripartire con un gioco più propositivo grazie al quale gioverà di maggior peso offensivo corale e più palloni a disposizione. La prossima potrebbe la stagione della definitiva consacrazione.
Il peggiore: Kostic 4
Tra i peggiori ci si potrebbe sbizzarrire: da un Locatelli sempre più spaesato ed arretrato davanti alla difesa, ad un Pogba completamente fuori dal mondo; da un Kean che non ha segnato neanche un gol, colpito dalla sfiga, dal Var, dagli infortuni, ma da cui qualcosa di più ci si poteva aspettare nell’anno degli Europei ad un Milik che con un intervento folle ha fatto partire l’inversione di tendenza e il tracollo della nostra stagione; da un De Sciglio pagato per infortunarsi e giocare 4 minuti in stagione ad un Weah unico colpo di mercato deludente.
Il peggiore è però Kostic: da stantuffo inesauribile sulla fascia a quinto di difesa reso totalmente inoffensivo da scelte insensate e poca voglia nella giocata… poca cazzimma nel serbo, come direbbe il nostro Arco. Una volta fucina di assist, ne mette a referto solo 3 in stagione. Stagione completamente insufficiente.
Sorpresa: Cambiaso, 7,5
Yildiz ci ha fatto riscoprire il piacere della giocata estemporanea, lo scintillio di Kubrickiana memoria, un futuro campione da cui ripartire; McKennie ha corso per tutti e dispensato assist, ma quello che ha maggiormente stupito è Cambiaso: abbiamo un terzino! Finalmente abbiamo un giocatore in grado di proporsi, crossare, difendere, dialogare con i compagni, con i piedi da centrocampista e un’intelligenza tattica non indifferente. Piacevole sorpresa.
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Di seguito le pagelle del nostro Marco Viscomi.
Buon ascolto!
Juventus voto 6
Torniamo in Champions’, e a dirla tutta c’eravamo qualificati anche l’anno scorso… vinciamo una Coppa Italia dopo tre anni di zeru tituli, lanciamo qualche giovane promessa. Niente più, una stagione sufficiente, dalle due facce, che lascia l’amaro in bocca per un girone di ritorno da 4, a fronte di un’andata da 8, che irrimediabilmente pesa sul bilancio stagionale. Il finale di Allegri è stato scritto poi dal peggior sceneggiatore: si poteva chiudere in altro modo. Quello che è chiaro a molti, con buona pace degli allegriani e di alcuni amici giornalisti dello Stregone, è che si doveva chiudere e voltare pagina. Finalmente abbiamo una società, dirigenti che scelgono, sviluppano idee. Si apre il ciclo Giuntoli: la prossima sarà la stagione delle scelte, della svolta, dell’addio alle zuppe bagnate e alle minestre riscaldate, del superamento di quel calcio ormai anacronistico deplorato da tanti, di un mercato che, a partire da Thiago Motta, porterà volti nuovi in panchina, in campo e in dirigenza. Non è più il tempo dell’immobilismo.
È il momento delle idee, è il momento di perseguirle, è il momento di crescere. L’anno prossimo la Juventus dovrà puntare allo scudetto. Lo deve fare sempre. Lo impone la storia, lo impone la nostra tifoseria. Poteva andare meglio, ma per essere stato l’anno zero va bene così.
Il migliore: Vlahovic, 8
Szczesny e Bremer avrebbero meritato la palma del migliore, ma quello che è cresciuto di più, che si è preso maggiormente le responsabilità, che ci ha fatto vincere l’unico trofeo e che ha portato più punti è stato il serbo. Vlahovic è diventato un vero numero 9: protegge finalmente palla, emblematico in tal senso il gol con l’Atalanta a Roma, fa salire la squadra, dialoga con i compagni, segna in tutte le maniere. Gli unici difetti che ancora restano sono l’incostanza e il suo nervosismo in campo, questo invece costante. Ma sta migliorando anche caratterialmente.
Chiude la stagione con 18 gol complessivi, secondo in classifica marcatori alle spalle di Lautaro Martinez, risolve una finale. Bomber da cui ripartire con un gioco più propositivo grazie al quale gioverà di maggior peso offensivo corale e più palloni a disposizione. La prossima potrebbe la stagione della definitiva consacrazione.
Il peggiore: Kostic 4
Tra i peggiori ci si potrebbe sbizzarrire: da un Locatelli sempre più spaesato ed arretrato davanti alla difesa, ad un Pogba completamente fuori dal mondo; da un Kean che non ha segnato neanche un gol, colpito dalla sfiga, dal Var, dagli infortuni, ma da cui qualcosa di più ci si poteva aspettare nell’anno degli Europei ad un Milik che con un intervento folle ha fatto partire l’inversione di tendenza e il tracollo della nostra stagione; da un De Sciglio pagato per infortunarsi e giocare 4 minuti in stagione ad un Weah unico colpo di mercato deludente.
Il peggiore è però Kostic: da stantuffo inesauribile sulla fascia a quinto di difesa reso totalmente inoffensivo da scelte insensate e poca voglia nella giocata… poca cazzimma nel serbo, come direbbe il nostro Arco. Una volta fucina di assist, ne mette a referto solo 3 in stagione. Stagione completamente insufficiente.
Sorpresa: Cambiaso, 7,5
Yildiz ci ha fatto riscoprire il piacere della giocata estemporanea, lo scintillio di Kubrickiana memoria, un futuro campione da cui ripartire; McKennie ha corso per tutti e dispensato assist, ma quello che ha maggiormente stupito è Cambiaso: abbiamo un terzino! Finalmente abbiamo un giocatore in grado di proporsi, crossare, difendere, dialogare con i compagni, con i piedi da centrocampista e un’intelligenza tattica non indifferente. Piacevole sorpresa.
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