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Il club dei tronfi immortali: Putin, Xi Jinping, Kim Jong Un

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TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8302
IL CLUB DEI TRONFI IMMORTALI: PUTIN, XI JINPING, KIM JONG UN di Paola Belletti
Chiacchiere da parata tra i leader di quella parte del mondo che si sta pesantemente appoggiando ai bordi del tavolo degli equilibri globali, Cina e Russia, innanzitutto, col rischio di ribaltarlo. Con Vladimir Putin e il presidente cinese Xi Jinping era presente, tronfio come da par suo, anche il leader nord coreano Kim Jong Un. L'occasione, mercoledì scorso 3 settembre, è stata la celebrazione degli 80 anni dalla fine della seconda guerra mondiale. Oltre le dichiarazioni ufficiali, le foto storiche e la portata eccezionale dell'evento, però, la tv di stato cinese ha colto uno scambio piuttosto interessante e, a suo modo, raccapricciante tra i tre. Mentre camminavano alla testa del corteo diretti verso piazza Tienanmen, forse per riempire quello spazio di imbarazzo che si genera tra persone che non sono intime, ecco che dopo saluti e amenità varie si trovano a parlare della possibilità di vivere per sempre, conquista che sarà resa possibile dallo sviluppo biotecnologico. Una cosa di qualche decina d'anni forse, ma il risultato sarebbe ormai a portata di mano. Ecco gli stralci di conversazione tra i tre, come riporta tra gli altri Il Post: «Il tono della conversazione, tradotta dagli interpreti tra il mandarino e il russo, è conviviale.
A 70 ANNI SIAMO ANCORA GIOVANI
L'audio è frammentato e alcuni pezzi sono inudibili, ma il dialogo sembra cominciare tra Xi e Kim, che si scambiano convenevoli e dicono di essere contenti di vedersi dopo diversi anni. Poco dopo Xi dice: "ora le persone a 70 anni sono ancora giovani". Dopo qualche secondo in cui è difficile distinguere chi parli, Xi si rivolge a Putin, dicendo: "Un tempo difficilmente la gente viveva oltre i 70 anni, ma oggi a 70 anni... sei ancora un bambino"». Segue anche il contributo del presidente (quasi) a vita (quasi eterna?) Putin: «"Con lo sviluppo delle biotecnologie, gli organi umani possono essere trapiantati più volte, e le persone possono vivere più a lungo e persino raggiungere l'immortalità". A quel punto Xi risponde, dicendo: "Secondo le previsioni nel corso di questo secolo gli esseri umani potranno vivere fino a 150 anni".»
Dio ce ne scampi e liberi, potremmo gridare mani levate al Cielo. Se Dio stesso non ci avesse già liberato. Il sogno transumanista destinato a degenerare in incubo è il solito tentativo tragico e goffo dell'uomo inconsapevole dello stato di decadenza nel quale vive che perverte il desiderio di pienezza di vita nel prolungare così com'è la vita terrena, illudendosi così di diventare eterno. La solita superbia vecchia ben più del mondo, il solito scimmiottare le promesse di Dio, che non verranno mai meno, i soliti terribili paradisi in terra realizzati a suon di guerre, morti, sacrifici umani dalle varie dittature novecentesche che non sembrano volerci lasciare. Ciò che Cristo, e solo Lui, è venuto a portarci è l'inizio reale, sebbene nascosto fino allo svelamento glorioso finale, di un'altra dimensione di vita: eterna, non perenne, incorruttibile, non ricucita di continui con i soliti tessuti logori della nostra condizione mortale. La morte, quindi, che continua a ripugnarci istintivamente, diventa sotto il dominio della Grazie il limite posto come una soglia che si affaccia su una vita vera, piena, compiuta e, finalmente, beata.
LA RESISTENZA CHE L'UOMO OPPONE ALLA MORTE
Lo diceva Benedetto XVI nell'omelia della veglia pasquale del 3 aprile 2010, con la consueta balsamica chiarezza: «Si rende evidente la resistenza che l'uomo oppone alla morte: da qualche parte - hanno ripetutamente pensato gli uomini - dovrebbe pur esserci l'erba medicinale contro la morte. Prima o poi dovrebbe essere possibile trovare il farmaco non soltanto contro questa o quella malattia, ma contro la vera fatalità - contro la morte. Dovrebbe, insomma, esistere la medicina dell'immortalità. Anche oggi gli uomini sono alla ricerca di tale sostanza curativa. Pure la scienza medica attuale cerca, anche se non proprio di escludere la morte, di eliminare tuttavia il maggior numero possibile delle sue cause, di rimandarla sempre di più; di procurare una vita sempre migliore e più lunga. Ma riflettiamo ancora un momento: come sarebbe veramente, se si riuscisse, magari non ad escludere totalmente la morte, ma a rimandarla indefinitamente, a raggiungere un'età di parecchie centinaia di anni? Sarebbe questa una cosa buona? L'umanità invecchierebbe in misura straordinaria, per la gioventù non ci sarebbe più posto.
Si spegnerebbe la capacità dell'innovazione e una vita interminabile sarebbe non un paradiso, ma piuttosto una condanna. La vera erba medicinale contro la morte dovrebbe essere diversa. Non dovrebbe portare semplicemente un prolungamento indefinito di questa vita attuale. Dovrebbe trasformare la nostra vita dal di dentro. Dovrebbe creare in noi una vita nuova, veramente capace di eternità: dovrebbe trasformarci in modo tale da non finire con la morte, ma da iniziare solo con essa in pienezza. Ciò che è nuovo ed emozionante del messaggio cristiano, del Vangelo di Gesù Cristo, era ed è tuttora questo, che ci viene detto: sì, quest'erba medicinale contro la morte, questo vero farmaco dell'immortalità esiste. È stato trovato. È accessibile. Nel Battesimo questa medicina ci viene donata. Una vita nuova inizia in noi, una vita nuova che matura nella fede e non viene cancellata dalla morte della vecchia vita, ma che solo allora viene portata pienamente alla luce».
Che dite, andiamo a dirlo anche a quei tre?
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IL CLUB DEI TRONFI IMMORTALI: PUTIN, XI JINPING, KIM JONG UN di Paola Belletti
Chiacchiere da parata tra i leader di quella parte del mondo che si sta pesantemente appoggiando ai bordi del tavolo degli equilibri globali, Cina e Russia, innanzitutto, col rischio di ribaltarlo. Con Vladimir Putin e il presidente cinese Xi Jinping era presente, tronfio come da par suo, anche il leader nord coreano Kim Jong Un. L'occasione, mercoledì scorso 3 settembre, è stata la celebrazione degli 80 anni dalla fine della seconda guerra mondiale. Oltre le dichiarazioni ufficiali, le foto storiche e la portata eccezionale dell'evento, però, la tv di stato cinese ha colto uno scambio piuttosto interessante e, a suo modo, raccapricciante tra i tre. Mentre camminavano alla testa del corteo diretti verso piazza Tienanmen, forse per riempire quello spazio di imbarazzo che si genera tra persone che non sono intime, ecco che dopo saluti e amenità varie si trovano a parlare della possibilità di vivere per sempre, conquista che sarà resa possibile dallo sviluppo biotecnologico. Una cosa di qualche decina d'anni forse, ma il risultato sarebbe ormai a portata di mano. Ecco gli stralci di conversazione tra i tre, come riporta tra gli altri Il Post: «Il tono della conversazione, tradotta dagli interpreti tra il mandarino e il russo, è conviviale.
A 70 ANNI SIAMO ANCORA GIOVANI
L'audio è frammentato e alcuni pezzi sono inudibili, ma il dialogo sembra cominciare tra Xi e Kim, che si scambiano convenevoli e dicono di essere contenti di vedersi dopo diversi anni. Poco dopo Xi dice: "ora le persone a 70 anni sono ancora giovani". Dopo qualche secondo in cui è difficile distinguere chi parli, Xi si rivolge a Putin, dicendo: "Un tempo difficilmente la gente viveva oltre i 70 anni, ma oggi a 70 anni... sei ancora un bambino"». Segue anche il contributo del presidente (quasi) a vita (quasi eterna?) Putin: «"Con lo sviluppo delle biotecnologie, gli organi umani possono essere trapiantati più volte, e le persone possono vivere più a lungo e persino raggiungere l'immortalità". A quel punto Xi risponde, dicendo: "Secondo le previsioni nel corso di questo secolo gli esseri umani potranno vivere fino a 150 anni".»
Dio ce ne scampi e liberi, potremmo gridare mani levate al Cielo. Se Dio stesso non ci avesse già liberato. Il sogno transumanista destinato a degenerare in incubo è il solito tentativo tragico e goffo dell'uomo inconsapevole dello stato di decadenza nel quale vive che perverte il desiderio di pienezza di vita nel prolungare così com'è la vita terrena, illudendosi così di diventare eterno. La solita superbia vecchia ben più del mondo, il solito scimmiottare le promesse di Dio, che non verranno mai meno, i soliti terribili paradisi in terra realizzati a suon di guerre, morti, sacrifici umani dalle varie dittature novecentesche che non sembrano volerci lasciare. Ciò che Cristo, e solo Lui, è venuto a portarci è l'inizio reale, sebbene nascosto fino allo svelamento glorioso finale, di un'altra dimensione di vita: eterna, non perenne, incorruttibile, non ricucita di continui con i soliti tessuti logori della nostra condizione mortale. La morte, quindi, che continua a ripugnarci istintivamente, diventa sotto il dominio della Grazie il limite posto come una soglia che si affaccia su una vita vera, piena, compiuta e, finalmente, beata.
LA RESISTENZA CHE L'UOMO OPPONE ALLA MORTE
Lo diceva Benedetto XVI nell'omelia della veglia pasquale del 3 aprile 2010, con la consueta balsamica chiarezza: «Si rende evidente la resistenza che l'uomo oppone alla morte: da qualche parte - hanno ripetutamente pensato gli uomini - dovrebbe pur esserci l'erba medicinale contro la morte. Prima o poi dovrebbe essere possibile trovare il farmaco non soltanto contro questa o quella malattia, ma contro la vera fatalità - contro la morte. Dovrebbe, insomma, esistere la medicina dell'immortalità. Anche oggi gli uomini sono alla ricerca di tale sostanza curativa. Pure la scienza medica attuale cerca, anche se non proprio di escludere la morte, di eliminare tuttavia il maggior numero possibile delle sue cause, di rimandarla sempre di più; di procurare una vita sempre migliore e più lunga. Ma riflettiamo ancora un momento: come sarebbe veramente, se si riuscisse, magari non ad escludere totalmente la morte, ma a rimandarla indefinitamente, a raggiungere un'età di parecchie centinaia di anni? Sarebbe questa una cosa buona? L'umanità invecchierebbe in misura straordinaria, per la gioventù non ci sarebbe più posto.
Si spegnerebbe la capacità dell'innovazione e una vita interminabile sarebbe non un paradiso, ma piuttosto una condanna. La vera erba medicinale contro la morte dovrebbe essere diversa. Non dovrebbe portare semplicemente un prolungamento indefinito di questa vita attuale. Dovrebbe trasformare la nostra vita dal di dentro. Dovrebbe creare in noi una vita nuova, veramente capace di eternità: dovrebbe trasformarci in modo tale da non finire con la morte, ma da iniziare solo con essa in pienezza. Ciò che è nuovo ed emozionante del messaggio cristiano, del Vangelo di Gesù Cristo, era ed è tuttora questo, che ci viene detto: sì, quest'erba medicinale contro la morte, questo vero farmaco dell'immortalità esiste. È stato trovato. È accessibile. Nel Battesimo questa medicina ci viene donata. Una vita nuova inizia in noi, una vita nuova che matura nella fede e non viene cancellata dalla morte della vecchia vita, ma che solo allora viene portata pienamente alla luce».
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