PSINEL è il primo podcast italiano di psicologia e crescita personale (dal 2013). Qui si parla di psicologia dal punto di vista della crescita personale... e di crescita personale dal punto di vista della psicologia.
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La Concordanza dei Tempi in Italiano: una Guida Facile
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La consecutio temporum (o concordanza dei tempi) è uno dei pilastri fondamentali della grammatica italiana. Si tratta di un insieme di regole che stabiliscono quale tempo verbale deve essere utilizzato nelle frasi subordinate in relazione al tempo del verbo della frase principale per esprimere un determinato legame temporale. La Consecutio Temporum: Esprimere Anteriorità, Contemporaneità e Posteriorità in Italiano Che Cos'è la Consecutio Temporum La consecutio temporum determina la relazione temporale tra l'azione della frase principale (o reggente) e quella della frase subordinata. Questa relazione può esprimere tre rapporti temporali fondamentali: contemporaneità (le azioni avvengono nello stesso momento), anteriorità (l'azione della subordinata avviene prima) e posteriorità (l'azione della subordinata avviene dopo). Il sistema della consecutio temporum italiano distingue principalmente tra due modalità: la concordanza con l'indicativo (per esprimere fatti reali e certi) e la concordanza con il congiuntivo (per esprimere possibilità, dubbi, desideri o dipendenze da verbi che richiedono il congiuntivo). La Consecutio Temporum con l'Indicativo Quando la frase principale ha il verbo all'indicativo, la subordinata utilizza anch'essa l'indicativo per esprimere azioni reali e concrete. La scelta del tempo dipende dal rapporto temporale tra le due azioni. Quando la Principale è al Presente Se il verbo della principale è al presente indicativo, nella subordinata si usa: Presente per la contemporaneità: "So che Maria studia in biblioteca" Passato prossimo o imperfetto per l'anteriorità: "So che Maria ha studiato ieri" / "So che Maria studiava quando l'hai chiamata" Futuro semplice per la posteriorità: "So che Maria studierà domani" Quando la Principale è al Passato Se il verbo della principale è a un tempo passato (passato prossimo, imperfetto, passato remoto, trapassato prossimo), nella subordinata si usa: Imperfetto per la contemporaneità: "Sapevo che Marco lavorava in banca" Trapassato prossimo per l'anteriorità: "Sapevo che Marco aveva lavorato fino a tardi" Condizionale passato per la posteriorità: "Sapevo che Marco avrebbe lavorato tutto il weekend" Quando la Principale è al Futuro Se il verbo della principale è al futuro semplice, nella subordinata si usa: Futuro semplice o presente per la contemporaneità: "Saprò se Giovanni arriverà in tempo" / "Saprò se Giovanni arriva in tempo" Futuro anteriore o passato prossimo per l'anteriorità: "Saprò se Giovanni sarà arrivato" / "Saprò se Giovanni è arrivato" Futuro semplice per la posteriorità: "Saprò quando Giovanni partirà" La Consecutio Temporum con il Congiuntivo Il congiuntivo si usa nelle subordinate che dipendono da verbi che esprimono opinione, dubbio, desiderio, timore, volontà, o dopo congiunzioni come "sebbene", "benché", "affinché", "prima che". La consecutio temporum con il congiuntivo segue regole precise e particolarmente importanti per comunicare correttamente in italiano. Quando la Principale è al Presente o Futuro Se il verbo della principale è al presente o futuro, nella subordinata si usa: Congiuntivo presente per la contemporaneità o posteriorità: "Spero che tu stia bene" / "Penso che domani piova" Congiuntivo passato per l'anteriorità: "Credo che Laura sia partita ieri" Quando la Principale è al Passato Se il verbo della principale è a un tempo passato, nella subordinata si usa: Congiuntivo imperfetto per la contemporaneità o posteriorità: "Pensavo che tu fossi a casa" / "Credevo che arrivasse più tardi" Congiuntivo trapassato per l'anteriorità: "Pensavo che Marco fosse già partito" Quando la Principale è al Condizionale Se il verbo della principale è al condizionale presente, nella subordinata si usa: Congiuntivo imperfetto per la contemporaneità o posteriorità: "Vorrei che tu venissi con me" Congiuntivo trapassato per l'anteriorità: "Vorrei che tu mi avessi chiamato prima" Se il verbo della principale è al condizionale passato, nella subordinata si usa: Congiuntivo trapassato per contemporaneità, anteriorità e posteriorità: "Avrei voluto che tu fossi venuto alla festa" Tabella Riepilogativa: Consecutio Temporum con il Congiuntivo Per facilitare la comprensione, ecco una tabella riassuntiva delle regole principali della consecutio temporum con il congiuntivo: Tempo della PrincipaleRapporto TemporaleTempo della SubordinataEsempioPresente/FuturoContemporaneità/PosterioritàCongiuntivo presenteSpero che vengaPresente/FuturoAnterioritàCongiuntivo passatoPenso che sia arrivatoPassatoContemporaneità/PosterioritàCongiuntivo imperfettoSperavo che venissePassatoAnterioritàCongiuntivo trapassatoPensavo che fosse arrivatoCondizionale presenteContemporaneità/PosterioritàCongiuntivo imperfettoVorrei che venisseCondizionale presenteAnterioritàCongiuntivo trapassatoVorrei che fosse venutoCondizionale passatoTutti i rapportiCongiuntivo trapassatoAvrei voluto che fosse venuto Verbi che Richiedono il Congiuntivo È fondamentale conoscere quali verbi e espressioni richiedono l'uso del congiuntivo nella subordinata. Questi includono verbi che esprimono: Opinione: credere, pensare, ritenere, supporre, immaginare Dubbio: dubitare, non essere sicuro Desiderio: volere, desiderare, sperare, augurarsi Timore: temere, avere paura Attesa: aspettare, attendere Necessità: bisogna che, è necessario che, occorre che Possibilità: è possibile che, può darsi che Emozioni: essere contento/felice/triste che, dispiacersi che Esempio: "È importante che gli studenti capiscano bene queste regole" Le Congiunzioni che Richiedono il Congiuntivo Alcune congiunzioni subordinanti richiedono sempre il congiuntivo nella frase che introducono: Concessione: benché, sebbene, nonostante, malgrado, anche se (con valore concessivo) Condizione: purché, a condizione che, a patto che, qualora Scopo: affinché, perché (con valore finale), in modo che Tempo: prima che, senza che Eccezione: a meno che, tranne che Esempio: "Ti presto il libro purché tu me lo restituisca entro una settimana" Errori Comuni degli Studenti Stranieri Gli studenti stranieri che apprendono l'italiano commettono spesso alcuni errori tipici nell'applicazione della consecutio temporum: Uso Scorretto del Tempo nella Subordinata Uno degli errori più frequenti è usare il tempo sbagliato nella subordinata, specialmente quando la principale è al passato. Errore: "Pensavo che lui è a casa" ❌ Corretto: "Pensavo che lui fosse a casa" ✓ Confusione tra Congiuntivo Imperfetto e Trapassato Molti studenti confondono l'uso del congiuntivo imperfetto (per contemporaneità/posteriorità) con il congiuntivo trapassato (per anteriorità). Errore: "Credevo che lui avesse studiato ieri sera" (quando invece stava studiando) ❌ Corretto: "Credevo che lui studiasse ieri sera" ✓ Dimenticare il Congiuntivo Dopo Certi Verbi A volte gli studenti dimenticano di usare il congiuntivo dopo verbi che lo richiedono, usando invece l'indicativo. Errore: "Spero che tu stai bene" ❌ Corretto: "Spero che tu stia bene" ✓ Il Discorso Indiretto e la Consecutio Temporum Un'applicazione importante della consecutio temporum si trova nel discorso indiretto, quando riportiamo le parole di qualcuno. In questo caso, bisogna fare attenzione a trasformare correttamente i tempi verbali. Dal Discorso Diretto al Discorso Indiretto Quando trasformiamo il discorso diretto in indiretto, i tempi verbali cambiano secondo la consecutio temporum: Discorso diretto: Maria dice: "Studio italiano" → Discorso indiretto: Maria dice che studia italiano Discorso diretto: Maria disse: "Studio italiano" → Discorso indiretto: Maria disse che studiava italiano Discorso diretto: Luca dice: "Ho finito il progetto" → Discorso indiretto: Luca dice che ha finito il progetto Discorso diretto: Luca disse: "Ho finito il progetto" → Discorso indiretto: Luca disse che aveva finito il progetto Casi Particolari e Eccezioni La consecutio temporum italiana presenta alcuni casi particolari che meritano attenzione speciale. Il Periodo Ipotetico Nel periodo ipotetico, la consecutio temporum segue regole specifiche: Realtà (I tipo): "Se piove, resto a casa" (indicativo + indicativo) Possibilità (II tipo): "Se piovesse, resterei a casa" (congiuntivo imperfetto + condizionale presente) Impossibilità (III tipo): "Se fosse piovuto, sarei restato a casa" (congiuntivo trapassato + condizionale passato) Quando il Congiuntivo Non è Necessario In alcuni casi, anche dopo verbi che normalmente richiedono il congiuntivo, si può usare l'infinito quando il soggetto della principale e della subordinata è lo stesso: "Spero di arrivare in tempo" (stesso soggetto: io spero, io arrivo) "Spero che tu arrivi in tempo" (soggetti diversi: io spero, tu arrivi) Strategie per Padroneggiare la Consecutio Temporum Per gli studenti stranieri, ecco alcune strategie efficaci per imparare e applicare correttamente la consecutio temporum: Identificare il Rapporto Temporale Prima di scegliere il tempo della subordinata, chiedetevi: quando avviene l'azione rispetto alla principale? È contemporanea, anteriore o posteriore? Questa domanda vi guiderà nella scelta corretta. Memorizzare i Verbi che Richiedono il Congiuntivo Create una lista personale dei verbi e delle espressioni che richiedono il congiuntivo. Rivedetela regolarmente e praticate con frasi di esempio. Leggere e Ascoltare Italiano Autentico L'esposizione continua all'italiano scritto e parlato vi aiuterà a interiorizzare le strutture della consecutio temporum in modo naturale. Fate attenzione a come vengono costruite le frasi nei film, nelle serie TV,
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La consecutio temporum (o concordanza dei tempi) è uno dei pilastri fondamentali della grammatica italiana. Si tratta di un insieme di regole che stabiliscono quale tempo verbale deve essere utilizzato nelle frasi subordinate in relazione al tempo del verbo della frase principale per esprimere un determinato legame temporale. La Consecutio Temporum: Esprimere Anteriorità, Contemporaneità e Posteriorità in Italiano Che Cos'è la Consecutio Temporum La consecutio temporum determina la relazione temporale tra l'azione della frase principale (o reggente) e quella della frase subordinata. Questa relazione può esprimere tre rapporti temporali fondamentali: contemporaneità (le azioni avvengono nello stesso momento), anteriorità (l'azione della subordinata avviene prima) e posteriorità (l'azione della subordinata avviene dopo). Il sistema della consecutio temporum italiano distingue principalmente tra due modalità: la concordanza con l'indicativo (per esprimere fatti reali e certi) e la concordanza con il congiuntivo (per esprimere possibilità, dubbi, desideri o dipendenze da verbi che richiedono il congiuntivo). La Consecutio Temporum con l'Indicativo Quando la frase principale ha il verbo all'indicativo, la subordinata utilizza anch'essa l'indicativo per esprimere azioni reali e concrete. La scelta del tempo dipende dal rapporto temporale tra le due azioni. Quando la Principale è al Presente Se il verbo della principale è al presente indicativo, nella subordinata si usa: Presente per la contemporaneità: "So che Maria studia in biblioteca" Passato prossimo o imperfetto per l'anteriorità: "So che Maria ha studiato ieri" / "So che Maria studiava quando l'hai chiamata" Futuro semplice per la posteriorità: "So che Maria studierà domani" Quando la Principale è al Passato Se il verbo della principale è a un tempo passato (passato prossimo, imperfetto, passato remoto, trapassato prossimo), nella subordinata si usa: Imperfetto per la contemporaneità: "Sapevo che Marco lavorava in banca" Trapassato prossimo per l'anteriorità: "Sapevo che Marco aveva lavorato fino a tardi" Condizionale passato per la posteriorità: "Sapevo che Marco avrebbe lavorato tutto il weekend" Quando la Principale è al Futuro Se il verbo della principale è al futuro semplice, nella subordinata si usa: Futuro semplice o presente per la contemporaneità: "Saprò se Giovanni arriverà in tempo" / "Saprò se Giovanni arriva in tempo" Futuro anteriore o passato prossimo per l'anteriorità: "Saprò se Giovanni sarà arrivato" / "Saprò se Giovanni è arrivato" Futuro semplice per la posteriorità: "Saprò quando Giovanni partirà" La Consecutio Temporum con il Congiuntivo Il congiuntivo si usa nelle subordinate che dipendono da verbi che esprimono opinione, dubbio, desiderio, timore, volontà, o dopo congiunzioni come "sebbene", "benché", "affinché", "prima che". La consecutio temporum con il congiuntivo segue regole precise e particolarmente importanti per comunicare correttamente in italiano. Quando la Principale è al Presente o Futuro Se il verbo della principale è al presente o futuro, nella subordinata si usa: Congiuntivo presente per la contemporaneità o posteriorità: "Spero che tu stia bene" / "Penso che domani piova" Congiuntivo passato per l'anteriorità: "Credo che Laura sia partita ieri" Quando la Principale è al Passato Se il verbo della principale è a un tempo passato, nella subordinata si usa: Congiuntivo imperfetto per la contemporaneità o posteriorità: "Pensavo che tu fossi a casa" / "Credevo che arrivasse più tardi" Congiuntivo trapassato per l'anteriorità: "Pensavo che Marco fosse già partito" Quando la Principale è al Condizionale Se il verbo della principale è al condizionale presente, nella subordinata si usa: Congiuntivo imperfetto per la contemporaneità o posteriorità: "Vorrei che tu venissi con me" Congiuntivo trapassato per l'anteriorità: "Vorrei che tu mi avessi chiamato prima" Se il verbo della principale è al condizionale passato, nella subordinata si usa: Congiuntivo trapassato per contemporaneità, anteriorità e posteriorità: "Avrei voluto che tu fossi venuto alla festa" Tabella Riepilogativa: Consecutio Temporum con il Congiuntivo Per facilitare la comprensione, ecco una tabella riassuntiva delle regole principali della consecutio temporum con il congiuntivo: Tempo della PrincipaleRapporto TemporaleTempo della SubordinataEsempioPresente/FuturoContemporaneità/PosterioritàCongiuntivo presenteSpero che vengaPresente/FuturoAnterioritàCongiuntivo passatoPenso che sia arrivatoPassatoContemporaneità/PosterioritàCongiuntivo imperfettoSperavo che venissePassatoAnterioritàCongiuntivo trapassatoPensavo che fosse arrivatoCondizionale presenteContemporaneità/PosterioritàCongiuntivo imperfettoVorrei che venisseCondizionale presenteAnterioritàCongiuntivo trapassatoVorrei che fosse venutoCondizionale passatoTutti i rapportiCongiuntivo trapassatoAvrei voluto che fosse venuto Verbi che Richiedono il Congiuntivo È fondamentale conoscere quali verbi e espressioni richiedono l'uso del congiuntivo nella subordinata. 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Dal Discorso Diretto al Discorso Indiretto Quando trasformiamo il discorso diretto in indiretto, i tempi verbali cambiano secondo la consecutio temporum: Discorso diretto: Maria dice: "Studio italiano" → Discorso indiretto: Maria dice che studia italiano Discorso diretto: Maria disse: "Studio italiano" → Discorso indiretto: Maria disse che studiava italiano Discorso diretto: Luca dice: "Ho finito il progetto" → Discorso indiretto: Luca dice che ha finito il progetto Discorso diretto: Luca disse: "Ho finito il progetto" → Discorso indiretto: Luca disse che aveva finito il progetto Casi Particolari e Eccezioni La consecutio temporum italiana presenta alcuni casi particolari che meritano attenzione speciale. 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